un’atleta in famiglia 

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Bachelet Celebs

06 giugno 2025

Molti giovani, ovunque noi andiamo, oltre che studiare praticano anche sport, spesso come hobby, come passatempo o come modo per rimanere attivi ed in forma. Ma ci sono atleti ed atlete che spesso, per continuare la loro carriera sportiva al meglio, devono lasciare la propria casa, andare lontano o comunque fare ore ed ore di allenamenti tutti i giorni, avendo così anche poco tempo per studiare. Per questo, per capire un po’ di più com’è la vita di un’atleta di alto livello, abbiamo fatto alcune domande ad una studentessa della nostra scuola, Giorgia Gorini, della classe 5^ALS, ragazza originaria della Liguria, che da ben quattro anni vive qui ad Oggiono per poter giocare a basket nella società di Costa Masnaga. Vediamo cosa ha da raccontarci sulla sua esperienza di vita… 

Sappiamo che Giorgia è una “atleta in famiglia”. Ma non tutti sanno cosa sia questo progetto, quindi le ho chiesto di spiegarci come funziona ed in cosa consiste.  

Ecco cosa ha risposto: “Il progetto si chiama “Atlete in famiglia”, e consiste nella richiesta da parte della società sportiva di alcune famiglie che si offrono di ospitare delle atlete da fuori città. Queste famiglie spesso fanno già parte del mondo sportivo ed hanno già alcuni contatti con la società, come la mia famiglia ospitante, quindi lo sport viene vissuto in maniera più diretta anche fuori dalla palestra. La cosa che secondo me è molto importante in questo progetto è che le atlete, che spesso vengono da molto lontano, vivono in una vera famiglia. Questo particolare è molto significativo, soprattutto se si parte, come ho fatto io, da molto giovani, perché piuttosto che vivere in foresteria, cioè appartamenti con solo atlete che convivono, stare in una famiglia aiuta anche a sentire meno la lontananza della propria.” 

Bene, ora che ne sappiamo qualcosa di più su questo progetto, siamo curiosi di sapere: è stato difficile lasciare la tua famiglia ed i tuoi amici per andare a giocare a basket lontano da casa? Sei riuscita ad ambientarti velocemente? Come hai gestito i momenti di nostalgia? 

“La scelta di venire a vivere in un’altra famiglia e lasciare la mia per lo sport in realtà è stata presa in maniera abbastanza diretta, quasi senza pensarci, ma sono contenta di averla presa. Penso che le decisioni prese di getto, senza starci a riflettere troppo, spesso si rivelino quelle migliori. Questi quattro anni lontano dalla mia casa, dai miei amici e dalla mia famiglia non sono stati di certo facili, ma grazie al supporto dei miei familiari da lontano e della mia famiglia ospitante, sono riuscita a viverli bene e serenamente. Sin da quando sono arrivata, mi sono sempre trovata molto bene, ambientandomi molto velocemente, anche grazie al fatto che ero in famiglia e non in foresteria. Come ho già detto prima, il fatto di vivere in una famiglia ha aiutato molto, nel mio caso poi anche il fatto di vivere con due fratelli e due sorelle ha riprodotto in qualche modo quella che era la mia vita con mio fratello e mia sorella. Ho avuto molti momenti di nostalgia, anche se all’inizio riuscivo a vedere la mia famiglia più o meno ogni settimana e quando non c’era l’occasione, mi bastava chiamare i miei genitori o i miei fratelli. Con il tempo ho imparato a gestirmi da sola questi momenti, senza il bisogno di parlare con qualcuno o di far venire i miei genitori tutte le settimane.” 

Sicuramente non è facile lasciare tutto e tutti, allontanandosi da quella che è sempre stata la nostra realtà per giocare in una squadra di alto livello, ma, dopotutto, sono queste le esperienze che ci fanno vivere al meglio la nostra vita.  

Allora, Giorgia, descrivici una tua giornata tipo. Riesci sempre a conciliare lo sport con lo studio e tutti i tuoi altri impegni? 

“La mia giornata solitamente inizia con la sveglia alle 7:00/7:15: infatti, vivendo vicino alla scuola, posso alzarmi n po’ più tardi rispetto a chi prende i mezzi pubblici. Dalle 8:10 fino alle 13:10 ho lezione, pranzo poi insieme alla famiglia e verso le due faccio il mio solito pisolino, che mi aiuta a staccare per un po’ e a recuperare, soprattutto mentalmente, la lucidità dopo una giornata scolastica. Verso le 17:00 parto per andare in palestra, dove ho allenamento dalle 18:00 alle 21:00. Torno poi a casa per le 21:30/22:00, ceno e solitamente mi metto a studiare la sera. Trovo questo momento della giornata il migliore per concentrarmi perché ho silenzio, dato che tutti dormono, e riesco a rimanere più concentrata.  

Non è sempre facile conciliare la scuola e lo studio con lo sport, soprattutto è stato faticoso nell’ultimo anno, perché le richieste sia da parte del liceo sia da parte del campionato erano molto alte, però con la giusta organizzazione si riesce sempre a fare tutto nel miglior modo possibile.” 

Ovviamente sappiamo anche noi che non sempre è facile stare al passo con lo studio, soprattutto in un liceo dove il carico di lavoro da svolgere a casa è sempre molto. Perciò vorremmo sapere, cos’è per te fondamentale per essere sempre efficienti, sia nella scuola che nello sport? 

“Una cosa fondamentale per avere degli ottimi risultati in tutto ciò che si fa secondo me è l’organizzazione. Per riuscire ad essere organizzati nel giusto modo bisogna essere sempre concentrati in cosa si sta facendo. Secondo me, infatti, mentre si fa una cosa, che sia giocare a basket, studiare, o qualsiasi altra attività, si deve sempre essere capaci di estraniarsi da tutto, così da dare sempre il 100% in tutto. Poi, comunque, in situazioni come la mia dove non c’è molto tempo come per gli altri per fare alcune cose, bisogna essere capaci di conoscere le proprie potenzialità, ma anche i propri limiti. Non sempre si riuscirà ad ottenere il massimo in tutto, ma questo non vuol dire che non è stato dato il massimo.” 

Questa cosa è molto importante: dare tutto quello che si può, in tutto quello che si fa. questo è proprio lo spirito di un’atleta, che nella sua gara o partita deve sempre dare il proprio massimo.  

Parlando invece della tua passione, da quanto giochi a basket? Cosa rappresenta per te questo sport? Quali sono i momenti che ti rendono felice mentre giochi? 

“Io gioco da quando avevo tre anni, perché tutta la mia famiglia ha sempre praticato basket, tanto che quando ero più piccola mia mamma è stata anche la mia allenatrice. Per me lo sport rappresenta un momento della giornata in cui posso sfogarmi, divertirmi e giocare. Nell’ultimo periodo giocare ha rappresentato più un lavoro che un passatempo, dove bisogna sempre metterci tanta concentrazione e determinazione, quindi è stato più difficile giocare rilassata come un tempo, ma non ho perso la voglia di giocare ed il valore di questo sport per me. Una delle cose che più mi piace del basket è che, essendo uno sport di squadra, lo si vive insieme. Si gioisce con le compagne per una vittoria, ma la squadra si vede soprattutto nei momenti difficili, quando magari non hai giocato bene ed allora arrivano ad aiutarti le altre dove tu non ce la fai. In questo modo anche i problemi e le preoccupazioni, sia in partita che fuori dal campo, si condividono con le compagne e sono più facili da affrontare.” 

La cosa più bella è una passione che dai genitori viene trasmessa ai propri figli, una famiglia unita da uno sport.  

Giorgia, sappiamo che sei all’ultimo anno, e che dopo la maturità avrai finito la scuola superiore, perciò vorremmo chiederti, hai già dei piani per il futuro? 

“L’anno prossimo, finite le superiori, desidero comunque continuare la mia carriera sportiva, ma proseguendo anche negli studi, perché sono consapevole che la carriera sportiva termina molto presto, e non si vive solo di basket.  Perciò andrò in un college americano negli USA, dove rimarrò a studiare e giocare a basket per circa 4/5 anni. Secondo me quest’opportunità mi farà vivere un’esperienza che mi servirà per formarmi al meglio, ma anche per scoprire un nuovo stile di vita, imparare meglio l’inglese e sicuramente dove potrò concentrarmi sul basket al 100%. Lì, infatti, lo sport è un aspetto molto importante che si affianca all’istruzione, tanto che già nelle scuole superiori ci sono diversi sport che possono essere praticati; perciò, sono fiduciosa del fatto che riuscirò a studiare, ma incentrandomi sempre sulla mia carriera sportiva nel migliore dei modi.” 

Bene! Ognuno deve essere libero di continuare a fare ciò che gli piace anche come professione, come dice anche il detto “Fai ciò che ami ed ama ciò che fai”. Speriamo allora che tu possa continuare a studiare ed a concentrarti sul basket giocando sempre felice e con la voglia di chi sa che può sempre dare il massimo. Grazie per le tue preziose risposte, e per oggi è tutto.  

Linea alla redazione. 

Chiara Longoni