“Chi vuole il cambio a zappare?”
E con questa insolita domanda, cari lettori, introduco l’articolo del mese di aprile: il mese della primavera, della natura che ritorna a dipingere i nostri paesaggi con le sue creazioni.
A questo proposito, è un piacere per me comunicare a tutti voi che il nostro caro vecchio Bachelet ha deciso di promuovere concretamente la biodiversità e la salvaguardia dell’ambiente ritagliandosi finalmente uno spazio verde, grazie ad una speciale équipe di aiutanti: i ragazzi delle classi 2ª SPORTIVO e 2ªBLS, supervisionati dalla docente di Scienze naturali Cristiana Fisogni.
È proprio da lei – per mia fortuna – che ho ricevuto l’invito ad assistere ad un’ora dedicata al progetto “ORTO BOTANICO”, in modo tale da potervi raccontare oggi in cosa esso consista, avendo avuto la possibilità di essere guidata anche e soprattutto dalle indicazioni e dai commenti degli Sportivi – con i quali ho condiviso tre quarti d’ora davvero piacevoli.
Innanzitutto, è giusto premettere che il 90% di noi studenti non era a conoscenza di questa iniziativa fino ad ora – un bel grazie a Post It, quindi – ed ho avuto modo di verificare la mia ipotesi: “Venerdì devo intervistare i ragazzi che si occupano dell’orto a scuola”,“Cosa? C’è un orto a scuola?”, così è andata nella maggior parte dei casi.
È dunque mio dovere quello di spiegare in breve in cosa consiste il progetto.
È un’attività che all’apparenza può essere considerata un semplice passatempo, da alunni e professori, ma in realtà dietro di essa si celano una serie di competenze da sviluppare e di obiettivi da portare a termine in modo esaustivo: “entrare in contatto con la natura e comprenderne alcuni aspetti importanti, sensibilizzare riguardo allo spreco ed assumere un atteggiamento no waste nei confronti delle materie prime che il pianeta offre, migliorare l’organizzazione e la capacità di collaborare, rispettare l’ambiente scolastico ed il criterio di teutonico orario secondo cui i lavori devono essere svolti”, è questo l’elenco che la prof. Fisogni mi ha consigliato di appuntare e con il quale mi trovo personalmente d’accordo, in quanto sono tutte competenze che spesse volte lo “studio matto e disperatissimo” non evidenzia.
la prof. Fisogni spiega come… …piantare le patate
Subito un esempio, anzi, la nuova rivelazione del mondo dell’agricoltura… il metodo Beretta per una vangatura efficace – che un ragazzo gentilissimo mi ha mostrato entusiasta.
Diciamo che dal vivo è tutta un’altra cosa, ma a parole può essere riassunto così:
- inserire la vanga nel terreno;
- saltare a due piedi atterrando sulla vanga, in modo da spingerla più in profondità nel terreno con la forza delle gambe.
gli Sportivi alzano al cielo uno dei tanti trionfi di vangatura
Il Beretta, interessante individuo del liceo scientifico, ha saputo in tutta semplicità partorire una soluzione efficiente per spostare una maggior quantità di terra in minor tempo e beh che dire… caro Beretta, so che stai leggendo, la redazione di Post It e quella di Superquark ti fanno i complimenti – sappi che ci teniamo a vedere il gesto eroico live.
Oltre al nostro amico, cito altre due grandi lavoratrici alle quali la prof. ha concesso un soprannome: Viviana, la ragazza talpa, e Alicia, la vangatrice nata.
Ovviamente ho voluto raccogliere una serie di commenti a freddo, mentre passeggiavo tra i ragazzi e le ragazze della 2ª SPORT – scusate il disturbo, cari, era per una buona causa: i maschietti, le cosiddette braccia rubate al mondo dell’agricoltura, si occupavano della zappatura/vangatura, mentre la girl power si dedicava a piantare le patate e le cipolline… il tutto sotto una dolce pioggerella da NON sottovalutare.
“È una bella alternativa a stare sui banchi”, l’opinione di tutte le ragazze coinvolte, che nel frattempo si organizzavano e piantavano come se non ci fosse un domani.
Anna mi ha detto che, nonostante all’inizio fosse contraria, arrivata a questo punto si sta divertendo molto, Alice invece ha evidenziato il fatto che sia più bello realizzare questo tipo di lavoro in compagnia a scuola e non a casa. “D’estate poi dovremo venire qui a scuola a raccogliere i frutti del nostro lavoro ed è l’aspetto che mi piace di più di tutto il progetto, quindi beh… speriamo crescano decentemente” ha commentato Elena.
la girl power… …all’opera
“Vivo quest’esperienza in modo molto positivo… io mi sveglio, so che oggi è il giorno dell’orto e ne sono contento” mi ha confessato Federico, il gran lavoratore che ha proposto il cambio nella zappatura – all’inizio dell’articolo – “anzi, siamo così presi bene con questa storia dell’orto che oggi stesso ci siamo messi a fare la danza del sole per far smettere di piovere” e trovo questa sua ultima frase perfetta per riassumere in poche parole l’entusiasmo dei ragazzi nei confronti di questo progetto.
“È una bella occasione per collaborare e per conoscerci meglio, ha cambiato molto anche noi da un punto di vista personale” è la considerazione di Giacomo, che in modo simpatico poi ha aggiunto “e poi, non so in che modo, ma è tutto collegato alla scienza”.
Devo ammettere, però, che la parte più bella del mio tempo trascorso con questi abili ragazzi dal pollice verdissimo è stata un’apparizione, anzi, LA apparizione: la talpa. Ebbene sì, cari lettori, il Bachelet non discrimina e accoglie tutti, persino le talpe, e… panico, disperazione generale delle lavoratrici che “se salta fuori adesso, io urlo”. E la prof. Fisogni, amica degli animali, ha difeso il piccolo animaletto attraverso una riflessione attendibile: “guarda con quale delicatezza scavano questi fanciulli, in realtà la talpa se ne stava in pace ed è uscita fuori domandandosi che casino fanno questi zappatori…”, chissà come andrà a finire questa convivenza.
Tirando le somme, sono davvero contenta di promuovere il nuovo lato bio ed ecologico del Bachi, a dimostrazione del fatto che la manifestazione dello scorso 15 marzo ha influito notevolmente e positivamente sull’anima evergreen di noi studenti. Nel loro piccolo, le classi coinvolte nel progetto “orto botanico” collaborano e si impegnano al fine di rendere noto il fatto che la nostra scuola ha preso a cuore la questione ambientale – non soltanto attraverso la raccolta differenziata ed i cartoni posti per la plastica.
Pensate che bello, passare dalla scuola durante i mesi estivi e vedere i ragazzi che raccolgono patate, insalate e pomodori alias i frutti del loro duro lavoro… e sottolineo che la politica del no waste prevede appunto che, pur di non buttare via nulla, l’orto sia aperto a tutti gli studenti!
Saremo in grado di proporci e di farci conoscere come “scuola ecologica”? Riusciremo col tempo ad adottare altre misure e a portare avanti iniziative a favore della questione ambientale?
Sarebbe davvero interessante ricevere un feedback da parte vostra riguardo al progetto “orto botanico” e spero di essere riuscita, insieme all’intervento della prof. e dei ragazzi – che ringrazio di cuore – , a sensibilizzare riguardo l’argomento.
Federica Falbo