tante maschere, pochi volti

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25 gennaio 2020

“Ciascuno ha un talento innato che gli consente di trasformare, con la mimica, la sua fiseonomia in una maschera che rappresenta esattamente quello che lui dovrebbe essere.”

Arthur Schopenauer

All’interno di questa citazione è contenuto un messaggio valido e significativo, senz’altro fondato. Shopenauer non si limita ad accusare le false apparenze e l’inganno dell’esteriore, del visibile, come già fatto da molti altri esaustivamente in passato, forse così tanto da far risultare questi argomenti banali e ripetitivi. Il tema esplorato è molto più profondo e il fine è quello di renderci consapevoli e di conseguenza farci riflettere sul nosto personale, ma collettivo, atto di “mascheramento”. Concretamente ciò significa che, volontariamente o meno, siamo tutti accomunati dalla capacità di simulazione e al contempo dissimulazione di sentimenti e idee, che esterniamo quando prima di mostrarci al mondo indossiamo la cosiddetta “maschera”. Questa è uno strato che sta al di sotto della pelle ed è cosi ben radicata che spesso l’atto di indossarla diventa un automatismo.

Qual è lo scopo esatto della maschera? Questa fa da velo che non solo serve a schermarci dal mondo esterno, ma soprattutto a non lasciar trasparire ciò che è all’interno: tutte quelle emozioni, pensieri e opinioni proibiti, indicibili, inaccettaili. Di fatto quando si guarda una persona si può vedere il fuori, il che non significa soltanto la mera aparenza fisica,

ma quello che un individuo consente agli altri di vedere, ciò che vuole e si permette di far trapelare attraverso la maschera. Non si avrà mai, quindi, la certezza che ciò che appare sia veritiero e non si potrà mai essere effettivamente sicuri dell’onestà del prossimo. L’unica vera certezza che si possiede è quella del proprio pensiero e della propria natura, anche se a momenti anche questi paiono sconosciuti o indecifrabili, conseguentemente al loro stesso rigetto e repressione.

Ma la maschera è effettivamente efficace? E soprattutto, è qualcosa di positivo o nocivo al benessere delle persone?

Per rispondere alla prima domanda, sì, almeno nella maggior parte dei casi, si riesce con successo a dissimulare le proprie opinioni e stati d’animo, restituendo al mondo esterno un riflesso che corrisponde a ciò che si pensa ci si aspetti da se stessi.

Questa tesi è facilmente dimostrabile semplicemente chiedendosi,

magari durante l’arco della giornata, quanto di vero c’è in ciò che esprimiamo agli altri e se rispondiamo ai loro stimoli con un responso che corrisponde a ciò che si pensa sia adatto e conforme alle aspettative.

Per quanto riguarda la seconda domanda, ovvero se questa “pratica” sia o meno qualcosa di dannoso, la risposta è più complessa e dalle varie sfaccettatue. Ad una prima analisi risulterebbe senz’altro che questa finzione consapevole possa arrecare danno alla salute psichica delle persone, in quanto ricorre all’uso della menzogna, sebbene al fine di autodifesa. Ma questo primo esame è troppo superficiale e non considera il lato pratico delle relazioni umane. Che mondo sarebbe infatti se non ci fosse alcun mezzo per celare i propri punti deboli? Quello che si decide di nascondere rappresenta la carne scoperta del proprio essere, qualcosa che si infetta facilmente se viene in contatto con minacce esterne.

Infatti i sentimenti di tradimento, imbarazzo, inadeguatezza sono tutti seguenti ad una precedente dischiusura del nostro mondo interno al prossimo. Se, per così dire, ci si toglie la maschera, si rischia inevitabilmente di essere riconosciuti, scoperti e non accettati.

Ciò non significa che è necessario un totale isolamento e chiusura, ma soltanto che occorre una certa accortezza nel selezionare le occcasioni in cui è relativamente sicuro mostrarsi per quel che si è.

Uno dei motivi per cui l’esternamento veritiero della nostra natura è più difficile, è che quando si indossa la maschera si è addirittura premiati, anche se indirettamente: ad esempio una persona che appare forte, dai sani principi e sempre in accordo con ciò che è convenzionalmente considerato “giusto” è lodata come modello e messa sotto una luce che la dipinge come l’indiscutibile esempio di rettitudine. Le persone non si sentono quindi in libertà di aprirsi e mostrarsi come quegli individui deboli, inetti e malvagi quali si sentono.

Gli unici astenuti dal portare la maschera sono i bambini; se si osserva il loro comportamento, si comprende che ciò che detta le loro azioni è l’istinto e che essi lasciano trasparire candidamente le loro emozioni. Ogniqualvolta un bambino dice qualcosa che risulta offensivo o controverso viene giustificato, anche se rimproverato, nonostante gli adulti intorno a lui sappiano che quanto esprime corrisponde alla verità. Si impara quindi con gli anni a reprimere tutto ciò che può risultare opinabile e problematico, in favore di ciò che è più conforme alla norma, indossando a seconda della situazone un’espressione diversa.

In epilogo, è ragionevole concludere che pur essendo coscienti della propria finzione in ogni situazione di confronto con altri, si è inevitabilmete confinati da quel senso morale che è ineluttabile far prorio nel corso della vita. È tuttavia possibile tentare di includere quanta più onestà e spontaneità nella propria realtà quotidiana.

Sotto sono riportate alcune citazioni di rinomati personaggi letterari e filosofi che riassumono impeccabilmente quanto esposto.

“Noi cominciamo a esistere per davvero quando smettiamo di credere di essere il personaggio che abbiamo in mente.”

Raffaele Morelli

“Però, s’alcuna volta io rido, o canto, facciol, perch’i’ non ò se non quest’una via da celare il mio angoscioso pianto.”

Francesco Petrarca

“Noi non ci accontentiamo della vita che è in noi e nel nostro proprio essere: vogliamo vivere inoltre nel concetto degli altri di una vita immaginaria, e a tal intento ci sforziamo di «parere».”

Blaise Pascal

“In ogni situazione ciascuno inalbera un contegno e un atteggiamento esterno per sembrare come vuole che lo si creda. Perciò si può dire che il mondo è composto soltanto di maschere.”

François de La Rouchefoucald

“Scegliere la propria maschera era il primo gesto umano volontario. E solitario.”

Clarice Lispector

“Ma perchè si dev’essere così? Mascherati! Mascherati! Mascherati!Perchè appena insieme, l’uno difronte all’altro, diventiamo tutti tanti pagliacci?”

Luigi Pirandello

(Anonimo)