settimana di pausa didattica al bachelet – edizione 2025: un’occasione non ancora pienamente sfruttata 

What's up in Bachelet

27 febbraio 2025

Agevolata da un paio di aggiornamenti tecnologici, anche quest’anno al Bachelet si è svolta la settimana di pausa didattica, che offre agli alunni con debiti di metà anno l’opportunità di prepararsi ai recuperi concentrandosi solo sullo studio delle materie insufficienti, alle volte seguendo i corsi di recupero. 

Pareri contrastanti sono emersi sull’efficacia di questa settimana, tra chi ha sfruttato al massimo i corsi di recupero, chi non ha potuto frequentarli tutti perché in orari coincidenti e chi invece si è dovuto arrangiare senza, poiché per una questione di numeri i corsi stessi non sono stati attivati. 

E per gli studenti che nel primo pagellino non hanno avuto insufficienze? Per loro la possibilità di scegliere tra conferenze, attività laboratoriali, attività di orientamento post-diploma e alle volte anche gite in giornata organizzate dai professori stessi, talvolta in collaborazione con gli enti del territorio. 

Anche in questo caso, i pareri che abbiamo raccolto tra gli studenti sono stati molto diversi tra loro, decisamente positivi in certi casi, in altri meno. Da un lato ci sono i giudizi fortemente elogiativi, soprattutto a riguardo di alcune attività laboratoriali e approfondimenti tenutisi in piccoli gruppi, che hanno dato a chi li ha frequentati l’occasione di “fare” con le proprie mani, di riflettere, di dibattere, di esprimere in un confronto la propria opinione, su tematiche che hanno spaziato dalla chimica, alla biologia, alla filosofia, alla letteratura, fino alla riflessione sulla Giornata della Memoria (per un racconto più dettagliato di queste attività, rimandiamo agli articoli che pubblicheremo sul nostro Giornalino scolastico Post-it nel prossimo numero, interamente dedicato proprio alla settimana di pausa didattica).  Non tutti gli alunni, d’altro canto, si sono detti soddisfatti degli approfondimenti frequentati durante questi giorni, alcuni incriminando una gamma di scelta poco varia, altri ammettendo di essersi iscritti con un po’ di ritardo, perché anche quest’anno valeva la regola del “chi primo arriva, meglio alloggia”: nonostante il nuovo metodo di iscrizione per i due turni di ogni giornata sia stato approvato quasi da tutti, la velocità restava sempre l’arma vincente.  

Alcuni “veterani” della scuola hanno deciso poi di “prendersi una vacanza” dalle lezioni… e anche dalle regole, presentandosi a piacimento alle attività di approfondimento e ai laboratori, indipendentemente dalle iscrizioni fatte nei giorni prima; e per questo motivo, dopo i primi due giorni, si è reso necessario anche un richiamo ufficiale da parte della Dirigenza al rispetto delle regole. I “primini” d’altro canto, forse spaventati da un progetto così grande, “non hanno osato lamentarsi neanche della pioggia” che li ha colti durante “Sentierando”, la camminata da scuola al lago e ritorno ormai consolidata da anni, organizzata dai professori di scienze motorie. 

Quasi tutti sono stati colti alla sprovvista dal nuovo sistema di convalida delle presenze tramite QR code, ideato per snellire il lavoro dei professori responsabili di segnalare le eventuali assenze di più di mille alunni, ma dopo il disorientamento iniziale, l’innovazione si è rivelata funzionale.  

L’opinione più gettonata a riguardo dell’offerta di quest’anno è che l’anno scorso fosse meglio, perché gli approfondimenti erano più interessanti, perché c’erano più attività laboratoriali, perché c’era più varietà…   

Pochi, pochissimi hanno però riflettuto su quanto possa essere faticoso e impegnativo per i docenti ideare delle attività alternative alla lezione frontale, o che quanto meno non gli somigli, trattando inoltre argomenti di interesse per un buon numero di persone e rimanendo utile allo scopo formativo degli studenti. Ancora meno persone si sono rese conto della grandissima opportunità che questa settimana offre, sia per i ragazzi che per i professori, di sperimentare e sviluppare delle competenze trasversali e responsabilizzarsi all’autogestione, come nel caso dei partecipanti ai tornei sportivi, che a turni arbitravano le proprie partite. 

In fondo un po’ di riposo fa sempre bene a tutti (anche se i docenti si sono dichiarati ugualmente impegnati), ma forse (come suggerito dai docenti stessi) bisognerebbe apprezzare di più un’occasione per niente scontata di comportarsi in maniera responsabile e godersi quest’esperienza diversa dal solito. 

Giulia Ficuccio