La storia ha inizio ad Hechoe’s Hill nel 1929 dove la bella Victoria è fidanzata con Julian, quest’ultimo dedito al gioco d’azzardo e alla droga, mentre il suo fratello Edward è l’esatto opposto: senatore di ampie vedute, è moderato e di buona nomea. Proprio in Edward Victoria cerca consiglio e conforto, ma il senatore finisce per innamorarsi della donna con la quale inizia una relazione. La giovane è però ancora innamorata di Julian, e continua a vederlo. Edward scopre i due e li uccide entrambi. Da qui la storia fa un grande balzo al 1999, dove in uno studio psichiatrico il terapista ipnotizza Nicholas, che altri non è se non la reincarnazione di Victoria, il quale soffre di continue visioni e memorie, e sotto ipnosi ricorda e racconta tutto al suo terapista, eccetto il momento dell’omicidio.
La storia si apre con “Regression”: il ticchettio ritmico di una pendola ci introduce nello studio dell’”ipnoterapista”: sul lettino, in uno stato di confuso dormiveglia, è sdraiato Nicholas. Lo psichiatra induce con parole rassicuranti il sonno nel paziente, e quest’ultimo si addormenta.
Il distacco dalla realtà è netto e definito: con la strumentale “Ouverture 1928” (che poi non è altro che un breve medley di ciò che sarà il resto dell’album) il “Teatro del Sogno” ci porta in un viaggio mentale psichedelico, arzigogolato e confuso, che si svilupperà nella terza traccia, “Strange Deja-vu”: viene qui raccontata l’inquietante sensazione di rivedere scene già vissute, che Nicholas ha già sperimentato parecchie volte. La quiete dopo la tempesta è la successiva “Through my words”, che fa da preludio a “Fatal Tragedy”: l’organo la fa da padrone in questo brano dal testo quasi Shakesperiano, e si continua con la spettacolare “Beyond this Life” che, passando per i titoli di testa di un giornale, racconta l’omicidio dei due amanti, e ciò in ben 11 minuti! Nella successiva “Through her Eyes” il vocalist James La Brie duetta con la cantante lirica Theresa Thompson: bellissima ballata con un testo poetico, che riprende la prima traccia.
La successiva “Home” è orientaleggiante, estremamente progressive, della durata di 13 minuti: insieme a “Beyond this Life” e “The Dance of Eternity” è il brano più in linea con lo stile dei precedenti album. “The Dance of Eternity” è la nona traccia: una strumentale di 6 minuti, virtuosistica, tecnicissima, veramente impossibile da suonare. Riprende il tema di “Ouverture 1928”.
Successivamente è presente un brano più accessibile, e molto gradevole: “One Last Time”, dal testo romantico ed affascinante. La successiva “The Spirit Carries on” è un brano di facile ascolto ma di difficile esecuzione, con una bellissima melodia ed un testo poetico. Chiude l’album la lunga “Finally Free”, che riassume l’opera. Da notare i virtuosismi batteristici verso la fine del brano. Il concept termina così, in modo inaspettato: Nicholas viene risvegliato dall’ipnosi e ritorna a casa, dove però viene preceduto dal suo terapista, che si scopre essere la reincarnazione di Edward, il quale non esita ad ucciderlo dopo avergli sussurato “open your eyes, Nicholas”, proprio come Edward molto tempo prima aveva fatto con Victoria.
VOTO FINALE: 110/100!
Pietro Locci
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