Novembre 2023

Divertimento, esperienza, Pietrowska Street, zuppa, freddo, accoglienza, Lodz, inglese, amicizie,differenze, cultura…
Sono semplici parole, o forse no…
Parole in grado di trasportarci indietro nel tempo, a qualche mese fa, ad una esperienza che ha avuto il potere di lasciarci a bocca aperta, superando le nostre aspettative; un’ opportunità di crescita che ci ha riempito il cuore, rendendoci realmente ricchi.
Il freddo pungente e la coltre di nuvole ci hanno accolto, dandoci il benvenuto in terra straniera, appena fatto il primo passo fuori dall’aereo. Subito dopo, un po’ di tensione mista ad imbarazzo nel conoscere per la prima volta dal vivo la famiglia che ha scelto di aprire le porte della sua casa a noi, pur non conoscendoci, riorganizzando anche la routine famigliare per accoglierci nel migliore dei
modi. Ma se, climaticamente parlando, siamo stati accolti dal freddo, ben presto ha prevalso il calore. Calore delle relazioni, calore che deriva dalla sensazione di sentirsi accolti e valorizzati nelle proprie differenze culturali.
Ci siamo ritrovati in poco tempo in un luogo diverso e sconosciuto, eppure uno degli aspetti che più ci ha colpito è stato il naturale crearsi di relazioni, nate dalla condivisione di una vera esperienza di vita.
Ancora di più ci hanno stupito la socialità e l’accoglienza mostrate nei nostri confronti, che ci hanno fatto riconoscere come casa, una famiglia e un luogo così lontani.

Penso realmente che questa esperienza ci abbia fatto sperimentare sulla nostra pelle il concetto di integrazione, che non consiste solamente nella semplice accoglienza di uno straniero, ma significa valorizzare ciò che la sua cultura e la sua diversità possono regalarci. Lo abbiamo sperimentato tutti i giorni, condividendo la nostra vita quotidiana con il nostro fratello o sorella ospitante, ridendo delle differenze culturali più inaspettate e stupendoci per quegli aspetti che invece sono proprio
uguali per tutti, che si viva in Italia o in Polonia.
Ovviamente la lingua è stata il ponte, il mezzo che ci ha permesso di fare tutto ciò. Ci siamo accorti dell’importanza di capirsi e parlarsi in una lingua diversa, anche solo per organizzare le attività di ogni giorno. I più insicuri si sono accorti di avere le capacità e le conoscenze per comunicare e hanno superato quell’insicurezza che ti “asciuga la bocca” e ti ferma dallo scambiare due parole in inglese. Ci siamo sentiti in qualche modo potenti e liberi, in grado di comunicare e dar voce ai nostri bisogni in un ambiente straniero, acquisendo maggior scioltezza in una comunicazione semplice e quotidiana, volta a tessere relazioni e condividere vita. Una comunicazione che si fa fatica ad acquisire in ambiente scolastico ma che è forse la vera essenza dell’imparare una nuova lingua.
Durante la nostra esperienza abbiamo potuto migliorare anche le nostre conoscenze, vivendo un ambiente scolastico diverso dal nostro e che ci ha fortemente stupito. Sperimentare la diversità è stata la chiave che ci ha permesso di fare un confronto e capire gli aspetti positivi e negativi dell’istruzione che viviamo qui, tutti e i giorni.
È inutile dire che questa esperienza non sarebbe stata la stessa senza dei compagni di viaggio.

Siamo partiti dal Bachelet come insieme eterogeneo di ragazzi, curiosi di vivere una settimana diversa; siamo ritornati una settimana dopo, cambiati, come gruppo creato con il passare delle ore trascorse insieme, delle risate e delle esperienze semplici di ogni giorno.
Insieme abbiamo creato tanti ricordi che talvolta, inaspettatamente, affiorano, facendoci spuntare un sorriso. Ricordi che sicuramente hanno contribuito in quel processo invisibile, quanto fondamentale, che è la crescita e la maturazione di ognuno di noi.
Viola