rabbia online

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28 gennaio 2021

Gran parte della popolazione mondiale di oggi ha accesso ad internet e ai social network. C’è chi usa questi strumenti per parlare con gli amici, per fare business, per informarsi, per mostrare a tutti quanto la sua vita sia felice (anche se sappiamo che spesso sta solo esagerando).

E poi ci sono coloro che sfogano le loro frustrazioni nei commenti: i famigerati haters.

Ma perché ci sono persone che criticano e insultano costantemente online?

Per vari motivi. Prima di tutto perché è molto più facile e conveniente insultare online piuttosto che dal vivo. Se vedi Mike Tyson in strada, ci pensi 100 volte prima di insultarlo, mentre online ti senti sicuro, senza rischio. Beh, tieni presente che non è proprio senza rischio.

Infatti, un aspetto per cui si insulta nei commenti è la convinzione di molti che il web possa essere un far west, ma in realtà sono in vigore le stesse leggi della vita normale. Anzi, la pena prevista per alcuni reati, se questi sono commessi in rete, è spesso più grave, poiché c’è l’aggravante della maggiore visibilità (esiste un corpo di Polizia specializzato per questi crimini: la Postale)

Senza contare il fatto che spesso ci sentiamo in diritto di dire la nostra opinione su materie di cui non abbiamo competenza. Davvero pensi di aver diritto di criticare il modo di giocare di Ronaldo dopo che ha vinto l’ennesimo titolo come miglior calciatore? Hai ottenuto, nel calcio, risultati migliori dei suoi? Sei un virologo di fama mondiale? Sei un businessman che fattura 10K al giorno? Non mi sembra…

Ma nonostante questo, ci sono persone che si permettono di criticare. Forse confondono la libertà di espressione con la libertà di dire ciò che si vuole senza limite alcuno.

Non stupisce il fatto che molti personaggi famosi ed eccellenze nel loro settore siano costantemente criticati; basti pensare a Chiara Ferragni, Roger Federer, Ed Sheeran ed altri.

Si è soliti criticare certe persone proprio attaccandoli per la loro celebrità o competenza.

Ma non dimentichiamoci il fatto che molti insultano perché in preda alla rabbia per qualche motivo personale e poi si pentono una volta ritrovata la calma.

L’Associazione Pensare Sociale ha messo in campo già da un po’ di anni il progetto “Odiare ti costa”. Questo progetto mira al supporto e aiuto alle vittime d’odio sul web. Non si occupa solo delle critiche o minacce nei confronti delle persone note, ma anche di casi più gravi come la diffamazione, il cyberbullismo, le violenze ed altro, rivolte anche a semplici utenti del web, che non avrebbero la possibilità e la conoscenza per difendersi.

I membri dell’associazione divulgano anche contenuti che mostrano chiaramente la differenza tra la libertà di pensiero e l’hate speech, raccolgono informazioni statistiche e aiutano nella segnalazione e rimozione dei contenuti d’odio.

Se anche tu che stai leggendo quest’articolo pubblichi sui social qualcosa in cui sei bravo, inerente ad una tua passione, e hai degli haters, sappi che costoro spesso se la prendono con i migliori. Quindi, volendo proprio vedere un aspetto “positivo”, significa che sei davvero bravo a fare ciò che condividi.

Un’altra cosa: chi ti critica non ha fatto e probabilmente non farà mai ciò in cui tu sei bravo. Goditela, semplicemente hai meno concorrenza.

Marco Turba