L’inverno è davvero meschino: s’insinua gelido fra i pesanti cappotti, fra le sciarpe faticosamente sistemate, fra i pantaloni che, tra un lento movimento e l’altro, lasciano scoperta qualche caviglia, subito preda del freddo; le sue schegge pungenti, come artigli di una mano demoniaca, avvinghiano le carni e penetrano fino alle ossa, intorpidendole una ad una.
Il nostro corpo viene spogliato della sua livrea bronzea, del profumo di sale ed estate e diviene come un ciliegio senza foglie né fiori, raggelato dall’alito dell’inverno. E si addormenta, attendendo una lontana rinascita, mentre sotto i rami contorti e spogli, la speranza si accresce sotto forma di piccole e tenere gemme.
Ma le gemme sono vanitose e civettuole, ed attendono il sole più bello, il giorno più caldo, per aprirsi in verdeggiante fogliame, in attesa che chiunque ammiri la loro mirabile trasformazione.
Talvolta, però, il febbraio colorato, ultimo baluardo dell’esercito d’inverno, si risveglia sotto i raggi di un sole caldo e insolito e, tra lo stupore di un tepore inaspettato, ravviva l’arlecchina gioia di una fanciullezza ormai lontana.
Cosicché in un campo soleggiato un ragazzo e una ragazza siedono felici sul verdeggiante velo ornato di fragili margherite, fiamme di quarzo che riscaldano la terra a lungo inaridita. I loro corpi si stagliano contro un tiepido sole, che bagna i loro volti di raggi d’oro. I loro occhi si cercano dolcemente, le loro labbra si fondono in un tripudio di tenerezza e lussuria, trascinando con loro le anime spensierate e sincere, reciproci specchi d’amore.
E le vibrazioni che percorrono la terra verdeggiante e il tremulo ondeggiare dei rami fini, si riversano come un fiume in piena sui due amanti, travolgendo i loro spiriti leggeri ed illusi.
Allorché, il più intimo orecchio dei loro spiriti risponde al sussurro della primavera con un riso spontaneo, come un grancassa che, d’improvviso, lascia esplodere la sua musica, mentre la pulsazione della natura diviene pulsazione degli amanti, in un esplosione di una precoce primavera.
Grisi Luca