Caro diario,
è finalmente giunto il periodo dell’anno che in assoluto preferisco: il Natale! Le persone sono più felici, più gentili le une con le altre e ovunque si vedono le brillanti lucine su alberi e balconi. Quest’anno non è possibile purtroppo ritrovarsi tutti insieme con amici e parenti, ma è stato comunque possibile ricreare la tipica magica atmosfera natalizia: ho avuto ancora una volta l’occasione di tornare bambina, tra regali, sorrisi, musica e giochi in scatola, quasi come se l’ingenuità dell’infanzia mi avesse invasa nuovamente tutto d’un tratto.
È stato proprio in un momento in cui, sognante, pensavo al Natale di questo strano 2020 e a tutti quelli che ho vissuto da piccola, che mi sono venuti in mente un paio di artisti con il mio stesso desiderio in questa parte dell’anno, ovvero quello di tornare bambini.
Si tratta di Marc Chagall e Paul Klee, entrambi appartenenti alla corrente novecentesca dell’arte infantile. L’interesse del secondo per il disegno artistico dei bambini risale al 1902, quando, imbattendosi nei suoi disegni di fanciullo, li ha definiti “opere eleganti e ingenue”, perché opere rappresentanti il mondo attraverso occhi innocenti. Egli, desideroso di “essere appena nato, ignorare i poeti e le mode, essere quasi primitivo”, è stato in grado di cogliere l’immaginario dei bambini, il loro caratteristico tratto largo e grossolano e la loro totale assenza di pregiudizi, trasformando tutto questo in arte. I suoi dipinti infantili sono fortemente ispirati a quelli del figlio Felix, fondamentale nell’esperienza artistica del pittore.
L’altro artista di tale corrente è il russo Marc Chagall, il cui stimolo più grande è stato tutto ciò che derivasse dalla fantasia fanciullesca delle fiabe russe, così come la semplicità delle forme di oggetti e persone. Il colore, nel progredire della sua ricerca artistica, ha superato i contorni di queste figure, espandendosi sulla tela, come se un bambino, nel colorare, fosse uscito dai bordi del proprio tratto a matita. Il suo maggior intento è senza dubbio quello di generare stupore, attraverso la proiezione dei propri ricordi e delle proprie emozioni di bambino nei suoi molteplici dipinti. Nonostante la sua vita non sia stata delle più rosee, egli è riuscito a trasmettere ottimismo e felicità a tutti coloro che, osservandone le opere, hanno saputo cogliere allegria e ingenuità attraverso colori luminosi ed energici.
Magari tutti i disegni che abbiamo fatto in passato, quando non ci importavano “le cose dei grandi”, sono oggi dei capolavori inestimabili, o forse solo scarabocchi. Sicuramente però in ciascuno di noi risiede ancora quel bambino che eravamo, in attesa soltanto che si presenti il momento giusto per poter tornare a galla, un momento di gioia quale quello natalizio, per trascorrere serenamente queste meritate vacanze.
Giobre