operazione mato grosso: i giovani insieme per l’america latina  

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07 giugno 2024

Coloro che, tra voi lettori che frequentate quotidianamente l’istituto Bachelet, sono dotati di una spiccata attenzione ai particolari, il mese scorso avranno sicuramente notato la comparsa di questi volantini, i quali sono stati distribuiti per l’intero edificio. Questi colori vivaci hanno sicuramente attirato l’attenzione di molti di noi e lo stesso è accaduto alla sottoscritta. Difatti, durante il consueto intervallo di metà mattina, girando per il corridoio, il mio sguardo è caduto su uno di questi fogli colorati. Esso, come riportato nell’immagine, promuoveva l’iniziativa di una cena di beneficenza organizzata dall’operazione Mato Grosso, il cui ricavato sarebbe poi stato donato alle missioni dei volontari in Perù. La mia curiosità è stata ulteriormente accentuata poiché, nonostante fossi già a conoscenza dell’esistenza di questa associazione, non avevo mai approfondito di cosa si trattasse all’atto pratico e di cosa si occupasse realmente. Dunque, desiderosa di scoprirne di più in merito, ho deciso di fare qualche ricerca. 

L’ Operazione Mato Grosso (O.M.G.) è un movimento spontaneo nato nel 1967 dal cuore e dalla fantasia di padre Ugo De Censi, salesiano, che educa i giovani attraverso il lavoro gratuito a favore dei più poveri dell’America Latina. Attraverso il lavoro i ragazzi iniziano un cammino che li porta a scoprire e a vivere alcuni valori fondamentali per la loro vita: la fatica fisica, il “dare via” gratis, lo spirito di gruppo, il rispetto e la collaborazione verso gli altri, la sensibilità e l’attenzione ai problemi dei più poveri, la ricerca del senso della vita, l’imparare a voler bene alle persone. Numerosi volontari si sono recati e si recano ogni anno in missione e intraprendono attività a favore della gente povera, offrendo il loro aiuto in Perù, Ecuador, Brasile, Bolivia; luoghi in cui propongono interventi educativi e sociali (oratori, scuole, agricoltura, forestazioni, acque potabili, ecc…). Tutto ciò è reso possibile dai gruppi di giovani e adulti che raccolgono fondi in Italia tramite il loro lavoro in forma completamente gratuita e anche grazie alla carità e alle donazioni delle persone.  

Affascinata dai principi etici e dallo scopo di beneficenza di aiutare queste popolazioni in difficoltà, ho ritenuto che l’iniziativa proposta fosse un’occasione per passare una serata piacevole e diversa dal solito, ma soprattutto finalizzata ad una buona causa. Perciò la sera del 30 aprile mi sono recata presso l’oratorio di Calò, frazione di Besana in Brianza. Appena giunta sul posto sono stata accolta dai volontari, i quali con efficienza ed organizzazione, dopo aver ritirato le offerte, mi hanno accompagnata al tavolo e consegnato il menù. Sono rimasta immediatamente colpita dall’attiva e sentita partecipazione degli adolescenti, non solo in qualità di commensali, ma soprattutto come membri dell’organizzazione della serata. Ognuno aveva il proprio compito: chi accoglieva le persone, chi si occupava della cassa, chi delle ordinazioni e del servizio e, per lo più la componente adulta, della gestione delle cucine. Tutto ciò ha contribuito a dar vita ad un’atmosfera di collaborazione e di solidarietà in grado di trasmettere serenità ad ogni partecipante. Tuttavia l’aspetto più ammirevole era proprio il fatto che alla base di tutto questo impegno ci fosse un nobile obiettivo comune: poter aiutare il prossimo. Lo svolgimento della cena, inoltre, è stato accompagnato da dei semplici ma intrattenenti giochi a premi, i quali variavano da chi riuscisse ad impilare il maggior numero di bulloni facendoli rimanere in equilibrio a chi portasse a termine nel minor tempo possibile l’impresa di mangiare un biscotto spostandolo dalla fronte alla bocca senza l’utilizzo delle mani. Prima di concludere la serata il clima scherzoso ha ceduto il posto ad un toccante e significativo momento di riflessione. Difatti, un ragazzo che aveva recentemente fatto ritorno in Italia dopo un viaggio in Perù, ha raccontato la propria esperienza, mettendoci davanti a cosa si va realmente incontro nelle missioni, con quali situazioni ci si trova a dover fare i conti, ritrovandosi faccia a faccia con le misere condizioni in cui esseri umani meno fortunati di noi sono costretti a vivere. Ho ritenuto questo intervento di vitale importanza, poiché ha permesso ai partecipanti di rendersi conto, tramite le immagini che accompagnavano questa testimonianza, della realtà a cui stavano offrendo il loro prezioso aiuto.  

Per concludere, essendo rimasta molto colpita del grande contributo dato da giovani della mia età, ho deciso di fare qualche domanda ad una volontaria che frequenta la nostra scuola; ovvero Villa Teresa di 3^BLS, la quale ringrazio molto per la sua disponibilità.  

• Per quale motivo hai deciso di entrare a far parte di questa operazione ed in che modo ne sei venuta a conoscenza?  

Le attività svolte dall’operazione Mato Grosso mi sono state proposte per la prima volta due anni fa, in oratorio. Dopo aver fatto le prime esperienze, mi sono resa conto del bene che potessi fare offrendo la mia collaborazione, ed è proprio per questo che il lavoro da subito non mi risultava assolutamente pesante, poiché avevo come obiettivo quello di aiutare le persone più povere. Inoltre, ho deciso di continuare a frequentare gli incontri anche perché mi divertivo ed ho avuto la possibilità di operare con ragazzi della mia età o più grandi.  

• Quali emozioni o sensazioni ti dà sapere che stai facendo una cosa buona per aiutare coloro che sono più in difficoltà?  

Innanzitutto, direi un senso di appagamento e soddisfazione personale, questa consapevolezza è in grado di darmi un senso di completezza e mi fa essere in pace con me stessa.  

• A chi consiglieresti questo tipo di esperienza? Di quale attività vi occupate tu e il tuo gruppo? 

 Ovviamente io lo consiglio a tutti, più siamo e meglio è. Sono presenti diversi gruppi sparsi per tutta Italia ed io faccio parte del gruppo di Besana in Brianza. Noi ci ritroviamo solitamente due volte a settimana e all’atto pratico ci occupiamo di sgomberi, imbiancatura, di tagliare la legna ed altri lavori manuali. Inoltre organizziamo anche dei campi nei week end della durata di due giorni o anche di più durante le vacanze, i quali sono dedicati a lavori più specifici. Durante le vacanze invernali di quest’anno siamo andati quattro giorni in Calabria per raccogliere le arance dai frutteti. 

Anna Pirovano