Oltre il Bachelet. Cosa ci aspettiamo di trovare una volta usciti dal luogo che ha fatto parte delle nostre vite per gli ultimi cinque anni? Come essere sicuri che stiamo facendo la scelta corretta?

È con questa domanda dentro che ho partecipato alle attività di orientamento organizzate dalla scuola. E ho capito una cosa: la vera risposta sta in noi; sembra una frase fatta, ma è quello che ci hanno dimostrato e raccontato dieci ex studenti del Bachelet durante la pausa didattica. Ragazzi con passioni, paure e sogni differenti; ragazzi che son tornati in questo istituto per raccontare le proprie esperienze e dare nuovi punti di vista ai futuri maturandi.
Con leggerezza e sincerità ognuno ha rivelato curiosità sul percorso universitario e le difficoltà riscontrate. Perché è normale che non vada tutto per il verso giusto, non siamo macchine perfette e l’esperienza è alla base della vita. Ed era proprio questo l’insegnamento che hanno cercato di lasciarci questi studenti.
Che sia ingegneria, medicina o giurisprudenza, che sia l’università, il lavoro o lo sport, il vero messaggio che ci deve arrivare è di seguire i nostri sogni e le nostre passioni, senza preoccuparci dei modi e dei tempi. Perché possiamo essere fuori corso, possiamo sbagliare facoltà, possiamo essere stanchi, ma l’importante è seguire la propria strada e non arrendersi.
Come dice lo scrittore Paulo Coelho,
“Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire”
e questi dieci ragazzi lo hanno capito e spiegato perfettamente, aiutando così tutti i presenti a quel momento di riflessione e allontanandoli dalle loro preoccupazioni.
È questo che c’è oltre il Bachelet, tu sei pronto?
Melina Koci

Il venerdì mattina della settimana di pausa didattica, per i ragazzi di quarta e quinta è stato un momento di orientamento, non tanto alla scelta dell’università, quanto più alla vita.
Parlare con dei ragazzi universitari, ex studenti del Bachelet, che vivono una quotidianità scolastica per molti aspetti lontana e diversa dalla nostra, ci ha fatto capire come in realtà essi siano vicini a noi, non degli adulti sicuri e con un futuro già scritto, ma delle persone che, con le loro incertezze e i loro errori di percorso, vivendo giorno per giorno, a volte anche con l’aiuto del caso, stanno costruendo il loro futuro.
È stato un po’ come parlare con dei fratelli maggiori che, condividendo con noi le loro esperienze, a partire dall’esame di maturità, passando per il “travaglio” della scelta dell’università, per arrivare alla loro attuale vita da universitari, hanno cercato di trasmetterci un po’ di serenità per quella scelta che pesa sul cuore di molti.

Ci hanno riempito di consigli e rassicurazioni e, anche se magari non sceglieremo medicina per fare selfie con lo stetoscopio o ingegneria per calcolare la velocità a cui dovremmo andare con google maps (queste alcune delle motivazioni, quantomeno “originali” e certo un po’ spiazzanti, che alcuni ragazzi hanno affermato aver accompagnato la loro scelta), di sicuro è stato un incontro importante per molti, per capire che anche se la maturità sembra una montagna impervia da superare e la scelta del nostro futuro così difficile da fare, in realtà nulla è trascendentale e ognuno di noi con il tempo troverà il suo posto nel mondo.
Gloria Sanvito