(Considerazioni spontanee dopo il mio addio a Instagram)

Da quanto tempo non guardi davvero un’alba? Da quanto tempo non ascolti il canto degli uccelli sul nascere della primavera? Da quanto tempo non corri in un campo di fiori o ti abbandoni sotto la coltre di neve che cade silenziosa dal cielo? Da quanto tempo non vivi il mondo per come appare alle prime luci del mattino, sul calare della sera e non attraverso il filtro di uno schermo?
Siamo nati e siamo cresciuti con le corse sulla bicicletta, le ginocchia sbucciate, le fionde fatte di rami, le gare a campana, i gessi sull’asfalto, le partite a nascondino e un due tre stella. Abbiamo sempre vissuto il mondo a pieno, abbiamo studiato i suoi colori quando la giornata si accorciava e provato sulla pelle il suo calore quando la scuola terminava.
Ma oggi tutto questo rimane un ricordo dolce in una realtà che muta costantemente sotto i nostri occhi e che ci travolge con la sua forza trainante. Il mondo, quando eravamo bambini e liberi, sembrava scorrere così lento. Oggi, che la vita ci costringe a stare al passo, pare tutto così diverso.
Trascorriamo ore a guardare video di sconosciuti desiderando di vivere la loro vita, mettiamo like a paesaggi che non sembrano reali, ci scriviamo e ci ripromettiamo di vederci per parlare dal vivo. Eppure non ci rendiamo conto, chiusi nella nostra stanza, che tutto quello che vediamo, desideriamo e sogniamo di fare è proprio là fuori, oltre le mura della nostra casa e oltre gli schermi che ci tengono in ostaggio.
Abbiamo imparato a bramare la vita delle storie su Instagram, dei post e dei video su TikTok, perché abbiamo dimenticato che quando l’esistenza ci era da poco stata donata, vivere, ma vivere per davvero, era l’unica cosa che fossimo in grado di fare realmente. Ed era bello così. Era bello svegliarsi con la luce del sole o con la voce della mamma, era bello arrampicarsi sugli alberi, giocare a sposarsi per finta, saltare nelle pozzanghere e non dover avere paura di non sentirsi reali.
Oggi invece abbiamo il timore di non esserlo più, eppure non siamo capaci di staccarci dal mondo fittizio che vediamo sui nostri schermi. Non sappiamo rinunciare a una foto per vivere un momento, ma siamo disposti a rinunciare a un momento per scattare una foto. E quello che ci rimane è un’immagine nitida, stampata sui nostri cellulari o salvata su qualche social, ma l’istante vissuto non è più a fuoco nella nostra mente, ma soprattutto nei nostri cuori.
Ma io vi dico che siamo ancora giovani e che la vita ci riserva ancora tutto. Quante sorprese, quante delusioni, quante gioie, pianti, urli di felicità l’esistenza ha in programma ancora per noi. Quindi esci da quella porta, torna ad amare la natura come la amavi dall’alto di una montagna solo qualche anno fa, quando dal tuo metro e venti il mondo ti sembrava fatto di giganti, innamorati di qualcuno che ti faccia ricordare che esisti in carne ed ossa, abbraccia chi ami, vai a un concerto e perdi la voce, viaggia di notte sulle note di una vecchia canzone, buttati nella neve e lascia che il sale del mare ti copra la pelle, esci con i tuoi amici e ridi fino a non sentire più le guance, ma dimentica che nella tasca hai uno schermo, perché la vita vera la puoi avere solo toccandola.
Carolina Maggi