«Amare il processo?»
«Esatto. Significa smettere di vivere in attesa delle cinque del pomeriggio per poter uscire dall’ufficio. Smettere di vivere in attesa del weekend per non dover lavorare. Smettere di vivere in attesa delle ferie ad agosto e della pensione. Smettere di attendere e iniziare ad amare ciò che si fa ogni singolo giorno. Il futuro non esiste. Esiste solo questo momento e noi possiamo sempre scegliere se amarlo o detestarlo.»
Gianluca Gotto, dal libro Succede sempre qualcosa di meraviglioso

Passeggiavo una sera, per le vie di Dublino, ed ero estremamente felice. Pioveva e c’era un bellissimo tramonto, tra la gente c’era chi correva in cerca di un riparo, chi si copriva la testa con le mani, chi non se ne curava affatto. Io ero felice. Era un momento davvero semplice, ma ricordo quanto sorridessi al pensiero costante che avevo in testa che diceva: “che bello vivere qui, ora”.
Da quando sono arrivata qui a Dublino sono state molte le volte in cui ho pensato al ritorno a casa: mi incagliavo proiettandomi costantemente nell’idea di un futuro prossimo, che non mi lasciava vivere il presente. Poi ho capito che questa prospettiva non mi avrebbe portata da nessuna parte, e ho iniziato a concentrarmi su ogni giornata, su ogni singolo attimo, provando a scorgere la bellezza presente nella semplicità dei momenti. Niente di più. Nessuna proiezione nel futuro, nessun rimpianto per il passato. Nessuna ansia, nessuna angoscia, niente stress. Dovevo affrontare giorno dopo giorno il mio presente in modo vivo e consapevole, e mi sono accorta che questa cosa mi faceva stare estremamente serena. Ora sto provando a farlo quotidianamente: e così il cielo, blu o nuvoloso che sia, sembra essere sempre al suo posto, ogni tragitto in bus ha sapore di poesia, faccio più attenzione alle persone, ai gesti, alle parole, e spesso mi rendo conto di stare semplicemente bene dove sto.
Ultimamente continuo a riflettere sul fatto che tutta la grandiosità e la potenza della nostra vita stanno nell’attimo presente, e davvero non ce ne rendiamo conto. Non ci rendiamo conto che è tutto contenuto nell’oggi, in quell’oggi così simile a ieri e al domani, quell’oggi monotono di cui spesso ci lamentiamo, quella quotidianità che spesso facciamo ricadere nel grigiore del tedio e dello stress. A pensarci, la vita non è nient’altro che un immenso puzzle di cui ogni giorno è un piccolo tassello. Se viviamo ogni giorno nel grigiore, è logico che la nostra vita ci lascerà sempre insoddisfatti. Non possiamo aspettare che grandi cose accadano, per essere felici. Se non sappiamo esserlo oggi, nella semplicità dei giorni, allora non lo saremo mai veramente. Non idealizziamo la felicità, non collochiamola in un futuro indefinito. Spesso riponiamo le nostre speranze in eventi prossimi e li idealizziamo all’estremo: quella vacanza, quella data importante, quella festa, quel primo giorno, quella fine… idealizziamo e desideriamo un futuro, rimanendo così insoddisfatti del presente. Ma che senso ha riporre speranze e grandi aspirazioni nel futuro, quando è la cosa meno certa che abbiamo nella nostra vita? È fondamentale e bellissimo avere progetti di vita, ovvio, ma spesso l’idea di tutto questo ci affascina così tanto da distrarci dal presente. Il futuro arriva in maniera molto meno eroica e spettacolare di come lo immaginiamo. Arriva sotto forma di un altro oggi, l’ennesimo.
Quando ero bambina mi pensavo nei miei 20 anni e immaginavo una vita luminosa e grandiosa. Mi immaginavo grande, indipendente, con tantissime conquiste fatte, pronta a vincere sul mondo. In effetti ho raggiunto tanti traguardi, ho finito il liceo, ho preso la patente, sono indipendente, ora mi trovo pure a Dublino come ragazza alla pari! Faccio le cose che si fanno a 20 anni, vado ai concerti, vado anche in vacanza con le mie amiche… Agli occhi della me bambina tutto questo appariva magnifico, ma ora, a pensarci bene, nemmeno mi sono accorta di essere arrivata fin qui. Semplicemente ho messo un mattoncino sopra l’altro, giorno dopo giorno, ho fatto scelte, vissuto emozioni, parlato con persone. E tutta questa grandiosità è accaduta, sí, si è realizzata, ma si è concretizzata giorno dopo giorno, attraverso la mia quotidianità. Quel futuro che immaginavo da bambina non si è mai presentato bussando alla porta, non mi ha mai travolta tutto d’un fiato stravolgendomi la vita. La vita accade oggi, giorno dopo giorno. Sta accadendo in questo attimo, da nessun’altra parte.
Riflettendo su questo, trovo sia davvero triste pensare quanto l’utilizzo dei cellulari ci distragga dal presente e ci renda esseri sempre più alienati. Leggevo pochi giorni fa un articolo del Corriere della sera, che trattava proprio di come il telefono stia diventando un alibi per la vita. “Ci porta “altrove” rispetto alla scena principale del vivere: il presente”. È terribile riconoscersi in queste parole e realizzare quanto sia vero. Quante volte, per distrarci dalla noia prendiamo in mano il cellulare, come per sospendere la consapevolezza di ciò che stiamo vivendo. Siamo sempre appresso a un qualcosa capace di rubarci il presente, e quindi la possibilità di vivere veramente, pienamente, in modo sereno. Ma noi davvero vogliamo permettere a questa scatoletta luminosa di toglierci l’opportunità di costruire i nostri pezzi di puzzle? Davvero gli permettiamo di rubarci il tempo, la cosa più preziosa che abbiamo, di plasmare i nostri giorni, le nostre scelte, le nostre relazioni?
Vorrei concludere questa mia riflessione prendendo come esempio un bellissimo film che sono andata a vedere poche settimane fa, Perfect days, che definirei un vero capolavoro. Il protagonista è un signore che come lavoro pulisce i bagni della città di Tokyo. Ogni mattina si alza all’alba, annaffia le sue piantine, si prepara metodicamente ed esce di casa per svolgere con estrema attenzione e cura uno dei mestieri più umili che esistano. Si sposta sempre sul suo van e durante i tragitti che compie ascolta le sue musiche preferite contenute in cassette a cui tiene infinitamente, nella pausa pranzo mangia il suo solito sandwich seduto sotto le fronde di alti alberi, osserva le ombre che si creano tra le foglie che si incastrano tra loro e le fotografa, la sera legge qualche pagina di un libro, finché la stanchezza non lo costringe a spegnere la luce. E così fa ogni giorno: vive ogni gesto, ogni occasione, ogni momento con cura e attenzione, non è distratto. Ed è estremamente sereno in questa quotidianità così semplice. Ha anche lui le sue giornate storte, ha anche lui ferite causate dal tempo e dalla vita, ha anche lui momenti di rabbia, ma nonostante questo riesce ogni giorno a svegliarsi col sorriso sulle labbra. Vive serenamente perché sa stare nella semplicità dell’oggi, dando il massimo di sé in quello che fa, che non è nulla di straordinario agli occhi del mondo, ma così facendo rende straordinaria la sua vita ed è un esempio per le persone che incontra.
Penso che dovremmo un po’ tutti imparare a concentrarci di più sulla bellezza e sulle opportunità del presente, piuttosto che rifugiarci in proiezioni passate o future. Maturiamo la consapevolezza che è solo col presente che costruiamo il nostro domani, impariamo a scoprirci sereni nei piccoli gesti che facciamo.
Parte tutto dal qui ed ora. La vita è adesso, non cerchiamola altrove.
Marta Fumagalli