I Giardini Pensili di Babilonia sono gli unici tra le Sette Meraviglie del Mondo Antico per cui non esiste nessuna certezza della loro reale esistenza, ma essi vengono citati in diversi scritti da chi li “vide” nell’antichità.
Secondo le fonti, fu il sovrano Nabucodonosor II a farli costruire intorno al 600 a.C., in omaggio alla giovane moglie Semiramide, la quale provava profonda nostalgia per il suo paese natale – situato sulle lontane montagne persiane. Con la loro costruzione, inoltre, il sovrano volle manifestare la magnificenza del regno babilonese. Si crede infatti che Nabucodonosor II fu uno dei primi a trasformare l’arte in un mezzo per mostrare al mondo la ricchezza di un popolo, nonché la potenza di chi lo guidava.
I giardini sarebbero stati edificati su terrazze sovrapposte a forma di piramide, che potevano arrivare fino ad un’elevata altezza dal suolo. In essi fu anche creato un vero e proprio orto botanico non solo con alberi e piante autoctone, ma anche con alberature importate a Babilonia da ogni parte del mondo.
La prosperità dei giardini dipendeva da un ingegnoso ed efficiente sistema d’irrigazione, ottenuto sfruttando l’acqua del fiume Eufrate. Questa veniva sollevata fino all’ultima terrazza attraverso un intelligente sistema di secchi per poi essere nuovamente convogliata e sospinta verso il basso, formando ruscelli e piccole cascate. Questi scorrevano lungo i giardini, mantenendo il suolo umido e permettendo alla regina di raccogliere fiori freschi nel corso di tutto l’anno, nonostante il clima arido.
Il ritrovamento dei Giardini Pensili babilonesi non sarebbe soltanto una testimonianza affascinante delle capacità architettoniche dei popoli che abitavano Babilonia, ma anche della complessità dei sistemi idrici impiegati per il sostentamento delle numerose piante che componevano questa struttura.
Secondo alcuni studiosi sarebbero situati vicino all’odierna città di Baghdad, in Iraq, ma attualmente la loro esatta posizione non è del tutto chiara.
Vi sveliamo una piccola curiosità: la leggenda della regina e la figura di Nabucodonosor II hanno ispirato l’opera “Nabucco” composta da Giuseppe Verdi!
Inoltre, per tutti coloro che sono freschi di Inferno dantesco… non riconoscete alcun nome familiare? Semiramide, proprio lei: è una delle donne presenti nel canto V dell’Inferno, nel girone dei lussuriosi!
Martina Sacchi