Ero con papà a comprare dei fiori per mamma. Non sapevo se avrebbe apprezzato di più una pianta d’orchidea o dei fiori recisi. “Prendiamole un mazzo di fiori” mi dice papà. “è il dono di una bellezza folgorante, che poi muore”. Frase tanto bella quanto amara.
Le abbiamo comprato dei gigli intrecciati a rose rosse.
Sulla strada del ritorno a casa continuavo a chiedermi il senso di questa faticosa meraviglia che i fiori hanno in sé, e donano gratuitamente, morendo.
Pensate a quanta fatica fa, un fiore, per diventare così perfettamente bello. Deve rompere la corazza del seme. Nutrirsi, farsi strada nella terra buia e umida, farsi forza per raggiungere una luce che nemmeno sa dov’è. La raggiunge, e con pazienza e cura cresce. Un petalo alla volta, costruisce la sua corona. Una foglia alla volta, il suo abito. Spina dopo spina, la sua difesa. E raggiunto l’apice della sua bellezza, muore con un taglio netto, si dona in tutta la sua bellezza nel momento più intenso della sua meraviglia, costruita con fatica in giorni e giorni.
Quel giorno realizzai quanta poesia contengono e quanto ci possono insegnare dei fiori recisi.
Noi per chi viviamo? Per chi siamo le persone che siamo? Perché e per chi cresciamo, miglioriamo, facciamo tutto quello per cui fatichiamo ogni giorno? Potremmo tutti rispondere “per me stesso”. Vero. Ma poi?
È bello pensare di farsi belli per regalare al mondo un po’ della propria luce e della propria bellezza. Come i fiori, siamo tutti tanto simili quanto unici, ognuno ha in sé colori che nessun altro ha, storie che solo lui può raccontare, ognuno è un intricato mondo a sé stante, contiene realtà intere, ognuno porta con sé una meraviglia che è impossibile replicare.
E la cosa più bella è che a noi, per donarla, non è chiesto di morire. Non dobbiamo consegnarci nelle mani di nessuno, per mostrarci in tutta la nostra bellezza. A noi è richiesto solamente di avere un coraggio grande e farlo ogni giorno, senza chiuderci nella nostra egoistica corazza e incanalando la dose di bellezza che sta in noi verso il mondo esterno.
Dobbiamo essere arte e meraviglia per il mondo, regalare gratuitamente senza voler nulla in cambio, come sanno fare i fiori. Dobbiamo tessere pian piano, ogni giorno, una piccola corolla colorata da donare. Non ci vuole niente, basta dare spazio alla sincerità dell’anima. Come scrivere una canzone che prima o poi arriverà a qualcuno, e che per qualcuno diventerà un’ancora di salvezza. Raccontare una storia, ascoltare in silenzio. Dipingere un paesaggio e donarlo a chi si ama, cucinare un piatto con tutta la passione che si ha. Nutrirci di buone parole per poi saperle dire agli altri, di splendide melodie per cantarle al mondo. Incidere ogni giorno sempre di più il sorriso sul nostro volto, per trasmetterlo a chi abbiamo di fianco.
Sono tutti piccolissimi gesti che fanno crescere, carichi di una meraviglia che esiste solo per essere regalata.
Marta Fumagalli
