fare o essere? fermarsi per ascoltare chi si è veramente  

Archivio articoli

21 dicembre 2023

La nostra è una società che corre, si sa. Ne siamo tutti consapevoli, ma spesso nemmeno proviamo ad opporci a questa fretta ansiogena che ci travolge. Sin da bambini ci ritroviamo di fronte ad una vita fatta di regole imposte e strade già bene o male tracciate (o almeno abbozzate), cresciamo con l’idea che vivere sia dover raggiungere una serie di tappe, una dietro l’altra, in una corsa frenetica che lascia, a mio parere, troppo poco tempo per riflettere su dove realmente si stia andando, verso che cosa si stia camminando.  

Io ho fatto l’esame di maturità a luglio, tutte le persone che incontravo in quel periodo mi chiedevano che cosa avrei fatto poi da settembre. Era davvero difficile rispondere, non lo sapevo nemmeno io. Sentivo solo di avere dentro di me un qualcosa che mi diceva che dovevo fermarmi e ascoltarmi. Sentivo di avere la necessità di tirare un grande respiro, che durasse del tempo. Avevo dentro di me troppa confusione, troppe ferite ancora aperte, troppa stanchezza. Dovevo capire cosa fare e come gestire tutto quello che avevo dentro, e per farlo dovevo ascoltarmi. Così ho deciso che non mi sarei iscritta ad un corso universitario (come invece la maggior parte delle persone si aspettava), ma che sarei partita per dei mesi come ragazza alla pari. Era tutto una sensazione. Non avevo la certezza di star facendo la scelta giusta. Avevo tantissimi dubbi, mi sembrava di stare uscendo un po’ da quel percorso tracciato che mi ero sempre immaginata per la mia vita e questo mi spaventava. Stavo infrangendo i piani che mi ero creata in testa, mi chiedevo se stessi scegliendo questa strada diversa per una mia debolezza oppure perché ne avessi realmente bisogno e fosse giusto così. Poi ho provato ad ascoltarmi. Ho fatto silenzio, mi sono fermata, ho smesso di correre per un po’. Al mio fianco avevo tante persone che mi appoggiavano, altre invece erano perplesse e mi spingevano a iniziare a tutti i costi l’università, come se avessero paura che potessi perdere tempo.  

Respirare, riflettere su chi si è veramente: può essere questa una perdita di tempo? Penso che il problema sia che siamo tutti abituati a vedere la vita come un lungo rettilineo in cui si debba sempre correre. Una strada con delle tappe consequenziali che prima vengono raggiunte meglio è, da percorrere con determinazione fino alla fine dei giorni. Io sto imparando invece a vedere la vita più come un grande puzzle, un percorso fatto di tanti tasselli, tante parentesi, tante esperienze, persone, storie e soprattutto tanti imprevisti. Un puzzle da costruire in modo originale, ciascuno diverso da tutti gli altri, che si adatti e sia in armonia con la persona che siamo. Per questo penso che fermarsi sia fondamentale, all’interno di un percorso. L’ascolto, il silenzio, la pazienza: sono tutte delle bellissime dimensioni a cui dovremmo essere educati un po’ di più. Ci fanno credere che più corriamo, prima raggiungeremo i fatidici grandi obiettivi grazie ai quali saremo felici. Ci fanno credere che il segreto sia “fare”. Fare, andare avanti a testa bassa e fare, non importa che cosa, non importa se lo vuoi davvero, l’importante è non fermarsi. Il fermarsi è un concetto molto demonizzato al giorno d’oggi, io invece penso che spesso stia proprio lì la chiave per una vera svolta.

Io non lo so, tu che leggi, a che punto sei della tua esistenza. Non so se sei felice, se sai davvero chi sei, se hai idea su chi vuoi diventare. Senza presunzione (ho solo diciannove anni e chissà quante cose della vita devo ancora capire), se posso darti un consiglio: non avere paura di fermarti. Anzi, anche se fermarsi può far paura, a volte è necessario farlo. Fermati e ascolta, te stesso e la vita, respira. Datti spazio, metti in discussione quello che hai, che fai, ciò in cui credi, le tue priorità. Chiediti dove stai andando, per chi stai vivendo, come lo fai. Ascolta quello che hai da dirti, credi in quello che vuoi. Non permettere alle persone di smontare i tuoi desideri, di importi una loro strada. Se è necessario, va’ controcorrente, opponiti, non ascoltare chi non ti vuole felice, prenditi cura della tua anima. Non omologarti ad una massa che ti vuole uguale a tutti gli altri, traccia la tua rotta e rendila unica, segui le tue passioni anche se pensi che non ti porteranno lontano, perché se ci credi davvero, per forza da qualche parte ti condurranno. Abbiamo tutti il nostro posto, dobbiamo solo scavare un po’ a fondo per trovarlo. Datti tempo, a volte la vita è strana e sembra si diverta ad essere silenziosa. Non demoralizzarti se sarà difficile capire il senso delle cose, prima o poi saranno chiare. E fa’ tutto questo senza correre. Correndo non ti accorgerai mai della bellezza delle cose che hai intorno, non sentirai il suono del tuo cuore, non capirai qual è il posto perfetto per la tua anima, la tua voce non avrà spazio nei tuoi giorni, e andrà a finire che a furia di correre ti ritroverai infelice in posti in cui non vorresti stare. Abbiamo solamente una vita da vivere, e non è scontata, non è nemmeno tanto lunga quanto pensiamo. Possiamo scegliere noi quali frammenti di puzzle incastrare tra di loro affinché si crei un’immagine bellissima, perciò davvero: non avere fretta e abbi il coraggio di scegliere chi essere. 

Marta Fumagalli