Attualmente viviamo in una società molto frenetica, dove si pensa principalmente al possedere, al mostrare e al fatturare.
Spesso compriamo qualcosa di marca, non perché ci piaccia davvero, ma solo per dimostrare che anche noi lo possediamo, che anche noi ce lo possiamo permettere, che anche noi siamo come gli altri.
Nella nostra vita quindi tutto gira intorno al denaro; tutte le nostre scelte sono vincolate da questo bene materiale: l’indirizzo scolastico, l’università, il posto di lavoro. Più possediamo e di conseguenza più siamo rispettati e più ci illudiamo di stare bene. Ma siamo sicuri che possedere soldi, fatturare, sia sinonimo di essere felici?
Spesso si sente dire che le materie scolastiche che contano, alla fin fine, sono quelle scientifiche; tutto il nostro mondo ruota attorno ai numeri. Ma perché allora si continuano a studiare le materie umanistiche?
Si studia storia per conoscere le imprese dei nostri avi, filosofia per ampliare la nostra mente… e letteratura italiana? O ancora, letteratura latina? Sono materie ritenute inutili dalla maggior parte degli studenti. Eppure, si continua a riproporle nelle scuole.
Anche io per qualche tempo ho ritenuto che queste materie non servissero, ma d’altra parte non riuscivo a capacitarmi del perché mi piacessero così tanto. Solo leggendo la Divina Commedia l’ho capito. Mentre tutte le altre materie servono per sostenere il corpo, la letteratura serve per sostenere la mente. Leggendo i testi di grandi poeti e scrittori, non troviamo solo citazioni colte, ma vero e proprio sostentamento per la mente. Tra tutti quei fiumi di parole non è raccontata solo una storia, ma è narrata anche la mia storia, e quella di qualcuno che verrà dopo di me. Tra quelle pagine sono già state scritte tutte le soluzioni ai nostri problemi, sono state scritte parole che servono per curare l’anima e per farci vedere finalmente la luce dopo un tunnel buio.
Dante ci insegna ad essere umani. Nella Divina Commedia egli si espone in prima persona e racconta, tramite un’opera straordinaria, come redimersi dal peccato, come smettere di sbagliare. Ci mostra che, nonostante ora sia ritenuto la più grande figura poetica italiana, quasi una leggenda, anche lui è stato umano, e come tutti gli esseri umani ha sbagliato. E ci dimostra che è possibile rimediare agli sbagli commessi e ci indica come farlo.
La letteratura è il nostro passato, ma nello stesso tempo è il nostro presente e sarà il nostro futuro.
Mentre intorno a noi i valori delle borse continuano a cambiare, a salire e a scendere, le parole di Dante, di Manzoni, di Boccaccio, ma anche di Shakespeare, resteranno sempre immutate, nere su bianco, per ricordarci chi siamo. Quindi, dobbiamo imparare a smettere di rincorrere i dati e i numeri della nostra frenetica attualità che ci sta trasformando in automi, e dovremmo iniziare a rallentare, farci sorpassare da tutti, per sdraiarci o sederci e rileggere un passo di qualunque libro che ci ricordi il nostro essere umani.
Isabella Brambilla