costruire la luce

Archivio articoli

27 maggio 2023

Questo è l’elaborato di Marta, una studentessa di 5^ALS, in risposta alla seguente traccia, propostale dalla sua professoressa di italiano. 

Fonte: Annalisa Savino, Comunicazione 197 del 21 febbraio 2023, Liceo Scientifico “L. Da Vinci” di Firenze. Messaggio sui fatti di Via della Colonna. 

“Cari studenti, in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose.  

Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.  

Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così”.  

 
Elabora un testo coerente e coeso in cui illustri il tuo punto di vista rispetto a quello espresso nell’articolo. In particolare, spiega con un’adeguata argomentazione se condividi o meno la proposta dell’autrice di combattere “con le idee e con la cultura” chi “decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri”. 

Avere il coraggio di parlare può rendere liberi. 

La dirigente dell’istituto Da Vinci di Firenze ha avuto un coraggio che tendenzialmente manca. Si è sempre meno capaci di esprimere la propria idea con convinzione, di opporsi alla voce che è di tendenza, di identificarsi in ideali propri. Manca l’interesse a farlo, e questo porta al fatto che siamo persone sempre meno libere dalle convenzioni, dai pregiudizi, dai luoghi comuni. Il coraggio di prendere posizione scardina l’individuo da tutte queste catene velenose che ancorano l’essere umano a terra e non gli permettono di crescere, cambiare, guardare all’altro con interesse. 

 Nonostante al giorno d’oggi nel nostro Paese si possa godere di molte libertà, parlare è comunque un atto per cui è necessario avere coraggio, perché esporsi porta delle conseguenze, e poi bisogna affrontarle. Si pensi alla risposta del Governo alla lettera scritta da Annalisa Savino: probabilmente non era quella che si sarebbe dovuta aspettare. Forse sarebbe stato giusto pretendere il pieno appoggio da parte di un Governo a capo di una Repubblica che sulla carta professa ideali di libertà, uguaglianza e giustizia. Eppure, non solo lei non ha ottenuto alcun tipo di appoggio, è stata oltretutto ammonita e ripresa sul fatto che non le spettava esporsi sulla questione e prendere una posizione così netta. Condannare la dittatura fascista, che si basò su idee di discriminazione, sull’odio e sulla violenza, dovrebbe essere non solo lecito, ma anche necessario e fondamentale. Il fascismo è stato una parentesi della storia che ha portato sangue innocente e ha esaltato valori opposti a quelli che stanno alla base della nostra Repubblica, espressi nella Costituzione italiana. Probabilmente il Governo si è sentito chiamato in causa, quindi la voce della dirigente gli ha provocato fastidio. Probabilmente lei si sarà trovata sommersa da fiumi di critiche e voci contrastanti, ma intanto ha saputo conquistare la sua libertà, voltando le spalle all’indifferenza.  

“Odio gli indifferenti”, disse Antonio Gramsci. È una questione dura, questa, per il nostro Paese. Si pensi alla percentuale di italiani che il 25 settembre 2022 non hanno votato il Governo che li avrebbe dovuti rappresentare: è stata elevatissima. Questa è un’indifferenza che uccide piano, crea ferite e domina. È un tratto tagliente che porta a una situazione di confusione e di instabilità. Soprattutto nei giovani c’è sempre meno interesse nei confronti della politica, dell’attualità, dei fatti che avvengono nelle altre parti del mondo, e non solo. Ci si sente chiamati in causa sempre meno, non si è partecipi, ma solo spettatori. Ma questo, all’interno di un Paese, è come mettere della terra secca e arida per fondare delle radici: è impensabile che si riesca a farlo. La Costituzione è un capolavoro che nasce da persone che non conoscevano l’indifferenza. Sono la sete di libertà, la voglia di vita, l’amore per una collettività che funzioni, che portano frutti e un Paese pieno di speranza. Più l’indifferenza domina, meno presa si può avere sul presente e sul destino del nostro Paese. Pensare che il fascismo seppe farsi spazio in uno scenario simile a questo fa riflettere e allo stesso tempo fa venire i brividi.  

Ciò di cui più c’è bisogno per vincere la violenza è eliminare l’ignoranza. L’autrice della lettera propone di combattere “con le idee e con la cultura” chi “decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri”. Dall’ignoranza nascono le peggiori forme di discriminazione e i mali più grandi. Chi rimane ancorato ad un’idea di nazione che non esiste più, chi esalta le origini del proprio sangue ritenendolo più puro di quello di altri, chi è convinto di poter esprimersi sul destino delle vite altrui, chi accusa senza avere valide ragioni, crea piccoli angoli bui capaci di far crescere l’odio e il disprezzo dell’altro. Se si rimane chiusi nella propria mentre, se non ci si mette in discussione mai, se si vive con la convinzione di sapere, quando invece non è così, nasce il pericolo dell’ignoranza. È solo conoscendo che si creano angoli di luce. È attraverso la fiducia e un atteggiamento aperto verso il mondo, che si crea un mondo sano e giusto. Solo coltivando la conoscenza dell’altro, del diverso, dello straniero, si può varcare quei muri di pregiudizi che dividono persone senza nessun valido motivo. Conoscere porta all’accettazione, alla scoperta che ogni uomo e ogni donna sono simili in tutto e qualsiasi altro essere umano. 

Se si guarda la realtà con occhi pregiudizievoli si può creare solo odio, che causa violenza e viene alimentato continuamente. Se si accetta la somiglianza nella diversità, ci si rende conto del teatro di follia in cui il mondo si muove e agisce. Per far fronte al buio è necessario costruire la luce. Annalisa Savino, mettendo da parte la paura e scrivendo quelle parole, lo ha fatto in maniera esemplare.  

Marta Fumagalli