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23 gennaio 2023

“Il miglio verde” di Stephen King

È il 1935 quando la vita di Paul Edgecombe, sovrintendente del penitenziario di Cold Mountain, cambia radicalmente: nell’istituzione giunge John Coffey, un enorme uomo afroamericano condannato con l’accusa di aver violentato e ucciso due bambine di nove anni. Nonostante le dimensioni e l’aspetto inquietante, Coffeypossiede un animo estremamente sensibile e altruista e non sembra capace di compiere i crimini orribili per cui è stato accusato. Il primo ad accorgersi di ciò è lo stesso Edgecombe, che ben presto si convince della sua innocenza, arrivando a provare per l’uomo un tenero sentimento di affetto. Ma il vero motivo che si cela dietro l’animo buono di Coffey lascia a bocca aperta il sovrintendente e tutti i suoi colleghi del penitenziario di Cold Mountain. Sebbene condannato per delitti abominevoli, il giovane uomo possiede un incredibile potere, un vero e proprio dono di Dio: quello di guarire qualsiasi essere vivente dal male e dalla sofferenza. Sarà proprio questa scoperta a mettere in difficoltà Paul Edgecombe, ormai fermamente convinto dell’innocenza e dell’animo puro e incorrotto di Coffey. 

Il celebre romanzo di Stephen King ha rivoluzionato il mondo della letteratura del XX secolo ed ha ispirato uno dei film più amati e famosi al mondo, interpretato dall’attore Tom Hanks. Sebbene la storia nasconda qualche traccia di fantasia e mistero – com’è tipico in tutti i romanzi del noto scrittore -, la vicenda svela una triste verità. Il personaggio di John Coffey è la rappresentazione di una realtà ricorrente nel mondo penitenziario, specialmente in Paesi come gli Stati Uniti, in cui centinaia di uomini sono stati e vengono ancora oggi condannati alla pena capitale senza prove sufficienti o dati certi. 

È questo il duro messaggio che King ha deciso di lanciare attraverso la stesura de “Il miglio verde”, un romanzo avvincente, scorrevole e piacevole, ma soprattutto significativo. Dietro alla figura infantile e semplice di John Coffey, si celano numerosi uomini che allo stesso modo hanno terminato il loro viaggio prima del tempo, prima che potesse venire dimostrata la loro innocenza.

Non importa che amiate leggere o meno, che vi piaccia Stephen King o che non sia il vostro scrittore preferito: non potrete fare a meno di innamorarvi e commuovervi tenendo in mano una copia de “Il miglio verde” e sfogliando le sue pagine.

Carolina Maggi

“Oliva Denaro” di Viola Ardone

Oliva è una ragazzina siciliana che agli inizi degli anni ‘60 combatte contro le regole impostele dalla madre, che la vorrebbe sempre composta e sotto controllo. Lei non capisce il motivo per il quale debba essere trattata in modo diverso dal fratello gemello Cosimino solo perché è femmina.  Succede che il figlio del pasticcere del paese, Pino Paternò, metta gli occhi su Oliva. Per farla sfuggire alle sue mire, i genitori della ragazza la fidanzanocon un giovane di buona famiglia cieco, ma Paternò rapisce Oliva e le fa perdere la verginità, convinto, lui come tutti gli abitanti del paese, che a quel punto l’unica cosa possibile da fare per la ragazza sia accettare un matrimonio riparatore.

È un libro toccante, dove giusto e sbagliato si scontrano con la legge, in un paese dove il torto si ripaga col matrimonio, dove fa scandalo chi non accetta le nozze e chiede giustizia. Grandissima è la capacità della scrittrice di farci entrare nella psicologia della protagonista. La pagina migliore di questo libro è a mio parere pagina 159, dove l’autrice riesce a trattare un momento così drammatico come quello della violenza subita con parole delicate, fini e intense.

Ilary Coppa

“Testimone inconsapevole” di Gianrico Carofiglio

Un delitto, una vita innocente spezzata, un imputato perfetto e un avvocato in crisi. In questo avvincente giallo giudiziario Gianrico Carofiglio unisce temi come i pregiudizi e il bisogno di giustizia, alla storia personale di un uomo che trova nell’aiuto dell’altro una spinta per riprendere in mano la sua vita e ritrovare la felicità. 

“Testimone inconsapevole” è un romanzo appassionante e scorrevole, perfetto per una lettura piacevole e leggera, che non manca tuttavia di numerosi spunti di riflessione.

Gloria Sanvito

“La fattoria degli animali” di George Orwell

Questo famoso romanzo di George Orwell è ambientato in Inghilterra, all’interno della fattoria padronale di Mr. Jones, in cui gli animali, stanchi dello sfruttamento e dei soprusi del loro fattore, decidono di ribellarsi e di prendere il possesso della tenuta che rinominano in “fattoria degli animali”. La rivolta riesce e, sotto il consiglio del maiale Napoleone, vengono stesi i Sette Comandamenti finalizzati a tutelare la vita di tutti gli animali e a fondare un nuovo ordine di uguaglianza. Ben presto, però, il sogno di libertà iniziale assume una piega diversa: all’interno della fattoria nasce una vera e propria scala gerarchica, in cima alla quale prevalgono i maiali, primo fra tutti Napoleone. Questi ultimi, attraverso inganni e prepotenze, riescono ad imporsi sugli altri animali, dando forma ad un governo basato sull’utilizzo della violenza, che delinea una vera dittatura. 

È proprio attraverso l’immagine degli animali come satira che George Orwell decide di diffondere una denuncia del sistema totalitario e dell’oppressione da esso utilizzata. Infatti, attraverso la sua opera lo scrittore ha inteso svelare la genesi e le dinamiche di un potere distruttivo, che supera ogni impulso umano e sfocia nella repressione; una condizione che si è ripetuta innumerevoli volte nel corso della storia dell’umanità. Dunque l’efficacia di questo romanzo è data dalla capacità di Orwell di rendere esplicito tutto ciò che viene narrato all’interno dei nostri libri di storia, ma attraverso la narrazione di una vicenda facile, leggera ed accessibile a chiunque.

Carolina Maggi