inferno rosso

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14 febbraio 2019

Venezuela, 23 Gennaio 2019

Probabilmente questa data non susciterà alcun ricordo nella mente di voi lettori, ma - se proviamo ad accendere la televisione o a leggere la cronaca di un giornale qualsiasi - possiamo constatare che una delle tematiche di rilievo è la situazione venezuelana. Lo scorso 23 gennaio, infatti, Juan Guaidó si è autoproclamato, in accordo con il Caracas (il parlamento venezuelano), presidente ad interim del Venezuela grazie anche all’appoggio delle grandi potenze mondiali. 

Prima di procedere bisogna chiedersi:
“Cosa sta succedendo in questo paese?”

Uno dei protagonisti principali della disputa è Nicolas Maduro, presidente del partito socialista venezuelano e della Repubblica dello stesso Paese. Dopo la fine del suo mandato, il 21 Maggio 2018 è stato eletto nuovamente; tuttavia, essendo egli stato accusato di aver esercitato forti pressioni sugli elettori ed arrecato danno agli oppositori di destra attraverso minacce e violenza fisica, tali elezioni vengono considerate da queste “vittime politiche” illegittime. 

Analizzando con criticità la situazione, pare proprio di aver fatto un tuffo nel passato con i celeberrimi golpes de estado cubano e cileno (guidati rispettivamente da Fidel Castro e Pinochet), no? Ecco, anche Maduro infatti – come i suoi sostenitori comunisti – ha approfittato di una situazione non idilliaca in Venezuela: un paese che, a causa  dell’inflazione e della svalutazione del petrolio, è martoriato dalla fame, dalla violenza, dalla povertà e criminalità. Il nostro caro neopresidente si è presentato quindi come il salvatore della patria, affermando davanti alla folla confusa
Compatrioti, io non sono qui per ambizione personale, per vanità, o perché il mio cognome, Maduro, è parte dell’oligarchia rancida di questo paese. Non sono qui perché rappresento gruppi finanziari, né dell’oligarchia né dell’imperialismo americano… io non sono qui per proteggere né mafie, né gruppi, né fazioni .

Essendo noi lontani e il più delle volte disinformati, è ovvio che non ci rendiamo conto del fatto che, sebbene ci siano stati significativi esempi di tal genere che avrebbero dovuto essere d’insegnamento per l’uomo, ancora una volta dopo anni e anni di storia ci ritroveremo di fronte all’ennesimo inferno rossouna guerra civile incentivata dall’elezione del presidente ad interim. 

Purtroppo, è risaputo che noi uomini non siamo mai in grado di imparare dai nostri errori e dunque saremo spettatori non paganti di una nuova guerra civile, che cela interessi economici imperialistici non solo da parte delle due fazioni politiche venezuelane (destra e sinistra), ma anche di molte potenze mondiali, come gli Stati Uniti pronti a sostenere Guaidó affinché possano raggiungere i pozzi petroliferi presenti nel territorio del conflitto. Notiamo in particolare come proprio gli USA siano una figura ricorrente nella storia latinoamericana: anche nelle vicende rivoluzionarie cilene e cubane ritroviamo sempre un intervento a stelle e strisce, naturalmente volto ad acquisire il controllo su nazioni  all’interno delle quali vige assoluta povertà politica, sociale ed economica, ma che al contempo rappresentano un’ingente fonte di guadagno. 

Dunque sopraggiungono alcuni quesiti leciti… è veramente terminata l’età imperialistica? Quando capiremo che nel mondo vige una pseudo-libertà paventata da potenze imperialistiche come gli Stati Uniti? Ma, soprattutto, quand’è che l’uomo si chiederà il vero motivo per cui deve uccidere un altro essere umano in nome del Dio Denaro? Considerate queste domande come spunti di riflessione per le vostre classi… sicuramente arriverete alla conclusione che c’è solo una vera soluzione: mettersi in gioco attraverso le proprie idee e, magari, iniziare con piccoli semplici gesti per contribuire al bene comune, al bene di venezuelani, italiani, di tutti.


Gabriele Lochi